
Via Mar Egeo una via di pescatori
Via Mar Egeo
una via di pescatori
C’era una volta una “Via”, in un piccolo paese della riviera romagnola,
Bellaria Igea Marina.
Si differenziava dalle altre vie che costeggiavano il lungomare piene di alberghi e ristoranti, perché costituita per la maggior parte da case private di pescatori. La via era dedicata al grande Mar Egeo, mare del mediterraneo pieno di isole frastagliate, come le persone che la abitavano, con le loro storie e tradizioni. Ognuna di quelle case, si illuminava di notte, per partire a pesca. Giorni e giorni in mare senza mangiare, con una piadina per colazione che a volte durava fino a cena, nel freddo, dove non ci sono abbastanza coperte per salvarsi dal gelo del mare e del sale ti entra nelle ossa. Ho voluto ritrarre i loro volti, i loro sguardi, ridare dignità e calore.
Ma soprattutto darci un’opportunità, ascoltare le loro parole, perché quando i nostri vecchi ci raccontavano le loro avventure, ascoltavamo con poco interesse, sicuri e certi che all’occorrenza avremmo potuto risentirle.
Ma poi con l’avanzare dell’età, anche le cose più comuni diventarono un segreto, e la Memoria storica se ne andò insieme a loro.
Marco Vasini detto”Pelafòina” Tecnica mista su cartoncino e legno 27×42 Matite, acquerelli,Vernice spray, filo di lana nero.
Vasini Virgilio detto è gob ad Caluci tecnica mista su cartoncino 30×42 matite e acquerelli, vernice spray, Filo di lana, bottone,lenti.
Araldica installazione
90 vele disegnate su lana infeltrita, cartoncino,carta da parati.12×12
Le vele comunicavano ai famigliari in trepida attesa sulla banchina del porto il ritorno della barca dalla pesca. Questa usanza si tramanda dal tempo dei tempi fino a quando Egeo re di Atene, il cui figlio Teseo fu costretto ad entrare nel labirinto per saziare il Minotauro. Affrontò il mostro e lo uccise grazie ad Arianna figlia del Re di Creta Minosse. Teseo al suo ritorno dal padre Egeo, dimenticò di cambiare le vele nere con quelle bianche in segno di vittoria, come aveva assicurato al padre. Il povero vecchio, vedendo la vela nera issata sulla nave del figlio, preso da un atroce sconforto, finì travolto dal dolore e si gettò nel mare che prese per l’appunto il suo nome (mare Egeo).